Settimana del Buon Vivere 2024

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Siamo lieti di annunciare due importanti eventi che si terranno a Forlì nell’ambito della Settimana del Buon Vivere 2024, un’iniziativa dedicata alla promozione del benessere, della partecipazione attiva e della coesione sociale all’interno della nostra comunità. Questi eventi non solo offriranno momenti di approfondimento e riflessione, ma anche l’opportunità di incontrare esperti e cittadini interessati ai temi del buon vivere.

Un Futuro Longevo

Gli anziani protagonisti della vita delle città

Quando: 27 settembre, ore 16:00
Dove: Auditorium Chiesa di San Giacomo, Piazzale le Guido da Montefeltro 12, Forlì

Il primo evento si propone di mettere in luce l’importanza della partecipazione attiva della terza età alla vita cittadina. In un contesto in cui l’invecchiamento della popolazione è una realtà crescente, è fondamentale sviluppare iniziative che coinvolgano gli anziani, non solo come destinatari di servizi, ma come protagonisti della comunità.

Durante l’incontro, un sociologo dell’Università di Bologna e una geriatra che lavora nell’Ausl della Romagna spiegheranno quanto sia importante per le persone anziani mantenere una vita attiva e come anche nell’età avanzata ci si possa giovare di programmi di prevenzione.

Di seguito i rappresentanti del Circolo Acli L.Valli e di Salute e Solidarietà presenteranno nuovi progetti rivolti agli anziani che vivono a Forlì, volti, fra l’altro, a promuovere un proficuo scambio intergenerazionale: attività che spaziano da programmi di riattivazione motoria e iniziative per il benessere e la salute, fino a eventi culturali che coinvolgeranno e faranno partecipare attivamente le persone anziane, previsti nel programma “ESCI E PARTECIPA!”. Proposte che non solo possono migliorare la qualità della vita degli anziani, ma arricchiscono anche la comunità nel suo complesso.

Tanti progetti per una terza età protagonista della città, attiva, capace di un dialogo intergenerazionale e anche per questo longeva. Fra questi il progetto “Comitato Chiese aperte per il Giubileo” tramite il quale vogliamo formare un esercito di nuovi ciceroni, giovani e non giovani, artisti, pensionati e studenti, uomini e donne di buona volontà che desiderano offrire il volto migliore della città ai pellegrini di passaggio e non solo.

Per rendere l’atmosfera ancora più accogliente e coinvolgente, ci saranno intermezzi musicali a cura di Vince Vallicelli, che offrirà una colonna sonora all’incontro.

La manifestazione è organizzata dal Circolo Acli L. Valli APS, Salute e Solidarietà OdV e dall’Unità Pastorale del Centro storico Diocesi di Forlì-Bertinoro, con la collaborazione di ACLI FC e Artem Romagna, e con il sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e del Comune di Forlì.

Viaggi e miraggi

Immigrazione. “Proteggere, accogliere, integrare, promuovere”

Quando: 28 settembre, ore 15:00
Dove: Auditorium Chiesa di San Giacomo, Piazzale le Guido da Montefeltro 12, Forlì

La Ri[e]voluzione – si legge sul bando del Buon Vivere 2024 – è per persone capaci di futuro che al coraggio uniscono la cura trovando nel cuore il luogo per farli progredire, insieme, in un sentimento che si chiama buon vivere. Il buon vivere è rivoluzione quotidiana di donne e uomini che, stando in relazione e armati di gentilezza, si battono per le cose che “rendono la vita degna di essere vissuta” e trasformare il nostro tormentato mondo in un luogo consapevole di pace. La pace è evoluzione che si genera coltivando cultura per far maturare e crescere uguaglianza”.

Per l’edizione del Buon Vivere 2024 Salute e Solidarietà Odv ha proposto il tema “Immigrazione”. L’evento è organizzato insieme al Circolo ACLI Lamberto Valli APS e con la collaborazione di altre associazioni ed enti del terzo settore che si occupano di migranti: DiaLogos Coop.Sociale, Servizio Migrantes – Diocesi di Forlì Bertinoro, Centro Studi Giovanni Donati per il Volontariato e la Solidarietà – Ausl Romagna, ACLI Fo-Ce.

L’evento sarà arricchito da intermezzi musicali di Moussa Kienou, Anastasia Batih e Yuliya Entushyk, i quali porteranno la loro arte e creatività, rendendo l’atmosfera più vibrante e coinvolgente.

Il titolo dell’evento Viaggi e Miraggi è il titolo di una canzone di Francesco De Gregori, che inizia cosi: “Dietro un miraggio c’è sempre un miraggio da considerare, come del resto alla fine di un viaggio c’è sempre un viaggio da ricominciare”. La canzone in realtà parla d’altro, ma ci è sembrato che comunque facesse al nostro caso. In effetti la sensazione che si genera in coloro che incontrano e assistono i migranti è che l’Italia rappresenti per loro un miraggio che si dissolve velocemente quando si avvicinano e toccano con mano la nostra realtà e che ci sia per loro un “viaggio da ricominciare” verso altri luoghi e paesi in Europa, nella speranza che non si rivelino un altro miraggio.

Dietro un miraggio c’è sempre un miraggio da considerare,
come del resto alla fine di un viaggio c’è sempre un viaggio da ricominciare

F. De Gregori

La scelta di questo tema si spiega facilmente.
L’assistenza sanitaria, sociosanitaria, l’accompagnamento ai servizi che assicuriamo ai migranti o comunque agli stranieri che non possono accedere al servizio sanitario pubblico è la principale attività di Salute e Solidarietà, anche se non l’unica. È un tema che nelle nostre trascorse partecipazione al Buon Vivere non avevamo ancora affrontato. Inoltre quest’anno una nuova attività si aggiunge al nostro ambulatorio settimanale: garantiamo l’assistenza sanitaria agli oltre cento ospiti dei centri di accoglienza straordinaria (CAS) di una cooperativa locale.
I CAS sono strutture dove vengono inseriti dalla Prefettura e ospitati stranieri giunti in Italia lungo la rotta mediterranea, distribuiti nelle province di tutta Italia. Ci rechiamo nelle strutture per vedere dove e come vivono i primi mesi dopo il loro arrivo in Italia. Li vediamo e visitiamo poco dopo il loro arrivo in Italia, apriamo una cartella sociosanitaria per ognuno di loro e li prendiamo in carico. La maggioranza degli ospiti è in buone condizioni di salute “fisica”, non sembra avere disturbi rilevanti tali da richiedere un intervento sanitario specialistico, ma non pochi di loro mostrano segni o hanno comportamenti che rivelano le sofferenze di un viaggio migratorio lungo e doloroso e probabilmente non ancora concluso.
Questa esperienza ci porta a vedere più da vicino e da un altro punto di osservazione la vita dei migranti che arrivano in Italia e a conoscerne altri aspetti. Ai migranti che vengono in ambulatorio siamo soliti chiedere: hai sintomi? cosa ti è successo? Dove hai male?
Ci mettiamo in ascolto. E poi li visitiamo e cerchiamo di risolvere il problema per cui si è presentato. Resta spesso la sensazione di essere rimasti in superficie. Se facessimo loro, casomai con l’aiuto di un mediatore, una semplice domanda, se gli chiedessimo: “come stai? oppure “raccontaci qualcosa di te”, nessuno di loro ti risponderebbe “sto bene”. Perché stare bene, come per tutti noi, dipende da molti fattori.

se gli chiedessimo: “come stai? oppure “raccontaci qualcosa di te”, nessuno di loro ti risponderebbe “sto bene”

La giornata che abbiamo organizzato per il 28 settembre al Buon Vivere nasce da una necessità che abbiamo sentito come volontari della salute e che crediamo sia condivisa anche dagli operatori delle associazioni, delle istituzioni e del terzo settore che assistono i migranti e si adoperano per migliorare le loro condizioni di vita; ogni giorno collaboriamo con loro e cerchiamo di fare rete.
Operatori che speriamo di vedere numerosi al San Giacomo il 28 settembre insieme a cittadini che hanno voglia di saperne di più. La necessità è quella di sollevare la testa, per un pomeriggio, dalla casistica di tutti i giorni, dai problemi quotidiani che cerchiamo di affrontare nei nostri ambulatori o quando ci viene presentato un “caso”.
È il desiderio di avere una visione più ampia dell’intero fenomeno con uno sguardo diverso, un altro punto di osservazione, un momento di riflessione su un tema così divisivo, ideologizzato, facile oggetto di speculazioni e di notizie false.

Abbiamo chiamato a parlarne, in un dialogo aperto: Diego Motta, giornalista di Avvenire, il quotidiano forse più attento su questo tema e capace di prendere posizioni anche scomode; Maurizio Ambrosini sociologo delle migrazioni dell’università di Milano, in grado di darci un quadro generale italiano ed europeo del fenomeno migratorio e di come le norme che si susseguono in modo disordinato e talvolta contraddittorio lo influenzano e influiscono nel bene e nel male sulle condizioni nelle quali i migranti vivono. E Leonardo Mammana, medico del direttivo della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM) al quale chiederemo di affrontare il tema salute, non fermandosi, numeri alla mano, su quanto riusciamo a fare noi volontari medici e infermieri che lavoriamo negli ambulatori a bassa soglia per curare i disturbi, le malattie di cui soffrono i migranti che si presentano nel nostro ambulatorio. Vorremmo che potesse darci dal suo osservatorio un quadro dello stato di salute dei migranti nel nostro paese.
Con la consapevolezza che la loro salute dipende non solo dalla nostra capacità di curarli e dalla possibilità di accedere a quei pochi o molti servizi sanitari e sociali pubblici che la normativa consente. Ma dalla volontà e dalla capacità di incidere sugli altri elementi che determinano lo stato di salute dei migranti. La letteratura in materia ne definisce quattro: la situazione prima della partenza, il percorso migratorio, l’accoglienza e l’integrazione e infine l’accessibilità ai servizi sanitari. Sui primi due nessuno di noi può intervenire, l’impegno dovrebbe essere della comunità internazionale, ma sul terzo e naturalmente sul quarto molto può essere fatto dalla comunità che li accoglie.
Come per tutti, anche per i migranti conoscere la lingua del paese che li ospita, avere una casa, imparare e svolgere un lavoro, avere le condizioni per potere metter su famiglia e fare figli sono i presupposti per avere una vita dignitosa, per inserirsi nella nostra comunità e diventare soggetti attivi della nostra società.
“Proteggere, accogliere, integrare, promuovere”. Sono parole del Santo Padre che abbiamo scelto come sottotitolo del nostro evento. Dare seguito con azioni concrete a queste parole, che il Papa ha più volte sottolineato parlando di migranti, e che non hanno bisogno di essere spiegate, dipende da noi, come singoli ma soprattutto come collettività.

Entrambi gli eventi rappresentano un’importante opportunità per riflettere su temi attuali e per dare un contributo ad una società più inclusiva e solidale. Siamo convinti che la partecipazione attiva di tutti, giovani e meno giovani, sia fondamentale per costruire un futuro migliore.
Vi aspettiamo numerosi per queste due giornate di dialogo, riflessione e musica!