Con la fine del mio mandato come presidente di Salute e Solidarietà, è giunto il momento di un’analisi approfondita dei tre anni trascorsi. Con questo articolo vorrei fare il punto della situazione sui progetti in corso e quelli completati dall’associazione durante il mio mandato. Esaminerò le sfide affrontate e le opportunità colte nel corso di questo periodo, offrendo un quadro generale del nostro impegno e delle soddisfazioni ottenute nel perseguire la nostra missione
Siamo medici, infermieri, operatori socio-sanitari, volontari, impegnati, ponendoci in ascolto attivo, costruendo una relazione empatica, nel promuovere e tutelare la salute della persona e delle comunità.
Cito da “Un estraneo sulla strada” in “Fratelli tutti” l’enciclica di Papa Francesco: “Vivere indifferenti davanti al dolore non è una scelta possibile; non possiamo lasciare che qualcuno rimanga “ai margini della vita”. Questo ci deve indignare, fino a farci scendere dalla nostra serenità per sconvolgerci con la sofferenza umana. Questo è dignità.”.
Vivere indifferenti davanti al dolore non è una scelta possibile; non possiamo lasciare che qualcuno rimanga ai margini della vita.
Premesso che la salute, non è unicamente assenza di malattia ma una condizione dinamica di benessere fisico, mentale, spirituale, sociale e ambientale, Salute e Solidarietà nel pieno rispetto della dignità e libertà della persona, delle sue aspirazioni e dei diritti naturali, persegue il diritto di accesso alle cure a poveri, emarginati, persone e famiglie in difficoltà socio-economica non in grado di accedere alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale.
I nostri pazienti si differenziano per nazionalità, età, storie personali; sono accomunati da una situazione di difficoltà e disagio, spesso di povertà e, in particolare per quanto riguarda la salute, dalla carenza di diritti e comunque da una minore o assente possibilità concreta di accedere ai servizi sanitari pubblici.
Appartengono ad una popolazione variegata e variabile, più o meno numerosa, in relazione ai cambiamenti sociali e normativi che si susseguono e spesso si sovrappongono.
Le nostre attività
I nostri impegni si sviluppano in diversi ambiti. Innanzitutto l’attività sanitaria presso l’Ambulatorio Caritas e lo studio medico presso la CRI di Forlì. Sono ambulatori a bassa soglia che si caratterizzano per un accesso libero negli orari di apertura da parte di persone che hanno difficoltà ad accedere ai servizi socio-sanitari pubblici.
Nel primo contatto viene privilegiato il momento dell’accoglienza ai fini di individuare i bisogni di salute e organizzare percorsi sanitari individualizzati, compresa, in alcuni casi, l’assistenza psicologica, con la possibilità di consulenze specialistiche (di Salute e Solidarietà fanno parte specialisti in varie discipline).
Particolare attenzione alle famiglie con minori a cui assicuriamo il latte nel primo anno di vita e integratori alimentari, ma anche la fornitura di occhiali da vista a chi non se li può permettere.
Offriamo inoltre la disponibilità a curare gli ospiti dei centri di accoglienza straordinari (CAS) per stranieri e assicuriamo – dall’inverno 2018/2019 – l’assistenza medica alle persone senza dimora accolte nell’ambito del Piano Freddo del Comune di Forlì.
La nostra attività sanitaria si avvale di una convenzione con l’Ausl della Romagna (non onerosa per l’Ausl fatto salvo un rimborso spese annuo) che ci consente l’utilizzo di un ricettario per la prescrizione, agli stranieri e agli italiani che non hanno l’iscrizione al SSN, di farmaci e prestazioni specialistiche limitatamente alle prestazioni urgenti e comunque non differibili, nel rispetto della normativa vigente.
Con l’Ausl sono in essere anche altre collaborazioni su progetti e attività specifiche, in particolare per la presa in carico delle persone (senza assistenza SSN e quindi senza medico di base) dimesse da pronto soccorso o da ricovero ospedaliero, che hanno bisogno di essere seguite nel tempo.
La nostra attività si concretizza inoltre in azioni di tutela e promozione alla salute, rivolte principalmente alle famiglie con minori in difficoltà, spesso, ma non solo, straniere, ma anche alla popolazione generale, in collaborazione con la scuola e con altre associazioni. Cito ad esempio, l’inserimento facilitato (e quasi gratuito) di bambini e ragazzini in società sportive e, in ambito di educazione alla salute, gli incontri di alfabetizzazione sanitaria alle mamme straniere e di educazione sanitaria su vaccinazioni e alimentazione nei primi anni di vita, sull’utilizzo 118 sul primo soccorso e supporto vitale di base (in collaborazione con la Misericordia) e sulla conoscenza del corpo umano.
Inoltre progetti specifici come quelli in collaborazione con Welcome OdV: uno denominato “Denti sorridenti“, volto a favorire l’igiene dentale, che ci ha consentito di assicurare cure dentali a bambini che diversamente non sarebbero riusciti ad accedervi. L’altro “Merende sane” di educazione ad una corretta alimentazione, che ha dato la possibilità ai bambini frequentanti il doposcuola di Welcome di consumare merende nutrienti e sane.
Infine momenti di gioco con i bambini (in collaborazione con la “Tribù dei Piedi Teneri”), ad esempio l’evento nella Casina del Natale nel 2022.
La pandemia di Covid 19 ci ha spinto ad impegnarci in un nuovo ambito di attività, rivolta in questo caso alla popolazione anziana, popolazione già fragile di per sé che è stata messa in ulteriore difficoltà dalla pandemia, che oltre ad averli colpiti duramente, li ha costretti a casa, spesso isolati, impossibilitati ad uscire, a muoversi, ad avere una vita sociale.
L’attività iniziata subito dopo l’acme dell’epidemia, per contribuire a riaprire un centro di aggregazione per anziani alla Cava (la Casa dei nonni Sant’Anna), si è poi estesa negli anni successivi ed è tutt’ora in corso in altri quartieri: Barisano/Poggio e quartieri a Nord est di Forlì, Villa Selva (quest’anno presso la Parrocchia del Ronco); da quest’anno, inoltre, con il progetto “Esci e partecipa” il Quartiere Centro storico di Forlì.
L’attività denominata Sviluppo Inclusivo su Base Comunitaria (denominazione OMS) coniuga un’attività di riattivazione e di recupero delle abilità e capacità motorie e momenti di socializzazione, culturali, quali incontri per la prevenzione di incidenti domestici e sulle vaccinazioni, insieme ad AUSER, per una sana alimentazione e sulle patologie frequenti nell’anziano (neurologiche, psichiche, cardiologiche e altre). È un progetto che necessita del concorso di un’intera comunità, le istituzioni, i quartieri, nuovi volontari, altre associazioni.
Questi ultimi anni sono stati caratterizzati dal susseguirsi di situazioni di emergenza che hanno coinvolto la nostra comunità. Salute e Solidarietà ha messo in campo le sue competenze per supportare le istituzioni e i cittadini.
Pandemia COVID-19
Siamo stati impegnati durante la pandemia COVID, innanzitutto nella vaccinazione presso i centri vaccinali nei comprensori di Forlì e Cesena, integrando in misura importante le risorse messe in campo dall’azienda sanitaria (abbiamo impegnato oltre venti medici a alcuni infermieri settimanalmente per tutto il periodo della campagna).
Abbiamo praticato tamponi agli ospiti delle strutture di accoglienza per stranieri e a profughi ucraini, agli anziani per poter accedere ai centri di accoglienza diurna. Abbiamo favorito l’accesso alla vaccinazione degli immigrati. Voglio segnalare un’iniziativa particolare; abbiamo eseguito tamponi ai famigliari di persone con disabilità residenti in strutture, per consentire loro di incontrare i loro cari in sicurezza.
Breve considerazione: la pandemia ha evidenziato come la tutela della salute sia diritto fondamentale della persona e al tempo stesso interesse della comunità.
Emergenza guerra in Ucraina
Soprattutto nel primo periodo di arrivo di famiglie profughe, prevalentemente donne e bambini, nel nostro territorio, in attesa che le istituzioni si organizzassero e in accordo con loro, abbiamo assicurato accoglienza, assistenza medica, profilassi nei confronti del Covid. Abbiamo promosso momenti di socializzazione e di intrattenimento delle famiglie e gioco dei bimbi. Parallelamente abbiamo raccolto fondi per acquisto di farmaci, presidi medico chirurgici, anestesiologici e rianimatori, alimenti per i primi due anni di vita e li abbiamo fatti pervenire attraverso canali sicuri in Ucraina, sul fronte di guerra.
Alluvione in Romagna
Nei primi giorni abbiamo garantito accoglienza e assistenza sanitaria presso il Centro Sociale Primavera, una delle strutture in cui aveva trovato riparo chi, soprattutto anziani, aveva dovuto abbandonare la propria abitazione. Con i fondi frutto di contributi dei cittadini, abbiamo donato libri e materiale scolastico agli studenti delle scuole superiori delle famiglie alluvionate.
E infine, allargando lo sguardo fuori dai confini, la nostra partecipazione e sostegno a Medici con l’Africa CUAMM e ad altre realtà come la missione di San Paolo in Brasile.
Come finanziamo le nostre attività?
Premesso che i nostri volontari, medici e infermieri non ricevono nessun compenso, per finanziare la nostra attività e i nostri progetti e iniziative e coprire le spese generali ci avvaliamo oltre alla quota associativa annuale, del 5 per mille e di donazioni di singoli cittadini che apprezzano quello che facciamo, partecipiamo a bandi e finanziamenti riservati agli enti del terzo settore messi a disposizione da istituzioni regionali e locali e da fondazioni (principalmente Fondazione cassa dei Risparmi di Forlì).
Salute e Solidarietà è parte del GrIS Emilia-Romagna, declinazione regionale della Società Italiana delle Migrazioni, impegnata nel: promuovere, collegare e coordinare le attività sanitarie in favore degli immigrati; favorire attività volte a incrementare studi e ricerche nel campo della medicina delle migrazioni; costituire un forum per lo scambio di informazioni e metodologie in ambito di immigrazione e salute; patrocinare attività formative nel campo della tutela della salute degli immigrati.
A proposito di migranti: l’Albania
Mi associo alle osservazioni del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, relativamente alla “esternalizzazione” in Albania dei migranti. “È un’ammissione di non essere in grado” di gestire il fenomeno. Una decisione motivata dall’incapacità di proporre e realizzare nel Paese un sistema di accoglienza che rispetti i diritti umani dei richiedenti asilo e dia sicurezze a tutti, sia a chi accoglie che a chi è accolto.
È come mettere la cenere sotto il tappeto o, per essere ancora più banale: occhio non vede, cuore non duole.
Nessun vantaggio economico anzi: costi a ‘nostro’ carico, per il personale, le guardie albanesi, l’impiego di mezzi e personale locale per il trasferimento dei migranti o per riportare nei centri quegli ospiti che fuggono in territorio albanese, per realizzare le due strutture presso il porto di Shengjin e nella ex base aerea militare del villaggio di Gjadei, viaggi avanti e indietro…
Inoltre tanti problemi umanitari: dividere le donne e i bambini dagli uomini, costringere le persone in un centro senza possibilità di uscire prima ancora che si sia valutato se abbiano diritto di protezione umanitaria…e se escono se ne occupa la polizia albanese.
L’esternalizzazione in Albania dei migranti È un’ammissione di non essere in grado di gestire il fenomeno
Si continua con la politica dei respingimenti (ricordiamo che i respingimenti collettivi sono contro la legge). L’auspicio è che “i diritti umani dei richiedenti asilo siano rispettati”, ma le premesse (vedremo il testo dell’accordo quando sarà pubblico) non fanno ben sperare.
Salute e Solidarietà è una organizzazione del volontariato socio-sanitario che intende contribuire con le proprie competenze, relative all’ambito sanitario, e con azioni concrete a migliorare la qualità della vita delle famiglie, dei bambini, ad arricchire e colmare le carenze del welfare, delle politiche sociali.
Ritengo ci sia una necessità, un interesse di fondo all’azione gratuita del volontariato: quello di costruire una relazione, e Salute e Solidarietà OdV vuole essere generatrice di legami di “amicizia sociale” fra le organizzazioni di volontariato, leggasi di nuovo l’enciclica Fratelli tutti.
Avvicinarsi, esprimersi, ascoltarsi, guardarsi, conoscersi, provare a comprendersi, cercare punti di contatto, tutto questo si riassume nel verbo “dialogare”.
Giorgio Verdecchia
Presidente di Salute e Solidarietà Odv